In caso di incidente stradale il conducente che procede in retromarcia viene sempre considerato colpevole.
Posta l’importanza di prevedere, all’interno del proprio contratto assicurativo, una buona polizza a copertura anche degli infortuni del conducente e che copra, contestualmente, i danni causati da incidenti stradali, tuttavia, esistono dei casi in cui la responsabilità è condivisa con la controparte per una percentuale di colpa, facendo sì che l’importo da pagare per il risarcimento dei danni previsto in caso di tamponamento venga drasticamente ridotto.
Incidente in retromarcia, cosa dice il codice della strada?
Secondo il Codice della Strada, chiunque viaggi in retromarcia ha l’obbligo di dare precedenza ai veicoli in marcia normale (ossia quelli che seguono il senso di marcia così come segnalato nei cartelli stradali) e di non eseguire frenate brusche o rallentamenti improvvisi.
A determinare le percentuali di responsabilità in caso di incidente stradale è il Dpr 254 emanato il 18 luglio del 2006, nel cui allegato A si può evincere come il conducente in retromarcia, in caso di sinistro, ha solitamente torto.
Quando avviene il concorso di colpa?
Il guidatore in retro, dunque, si presume sempre colpevole in caso di incidente, salvo prova contraria. Tuttavia, come anticipato, la responsabilità dell’incidente può essere condivisa con l’altro veicolo coinvolto. Ad esempio, nel caso in cui i veicoli si urtassero uscendo da un parcheggio in retromarcia nello stesso istante, la responsabilità dell’incidente può essere condivisa. Al contrario, se ad uscire dal parcheggio fosse il solo conducente in retromarcia e se quest’ultimo urtasse un altro veicolo già presente in carreggiata, la colpa ricadrebbe sul primo poiché non ha rispettato il diritto di precedenza.
La sentenza n. 654 del 2021 della Cassazione stabilisce che il giudice non può ritenere superata la presunzione di pari responsabilità a carico dell’altro conducente, ma deve verificare se quest’ultimo ha tenuto o meno una condotta di guida corretta secondo prudenza. Ciò significa che, in caso di tamponamento causato da un veicolo in retromarcia, il guidatore tamponato deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il sinistro o, al contrario, fornire le prove che evidenzino l’impossibilità a compiere le manovre necessarie per scongiurare l’impatto (questo si verifica nel caso in cui non ci fosse spazio a sufficienza o se l’automobile in retro andasse a velocità sostenuta).
Ci sono altri casi in cui il conducente in retromarcia potrebbe non avere il 100% della colpa, ad esempio se l’altro conducente non rispetta un segnale di precedenza o mette in atto altri comportamenti che comportano il concorso di colpa.
In ogni caso, per ottenere il 100% della ragione, è importante dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare l’incidente e le violazioni della controparte
Incidente in retromarcia: cosa succede in caso di pedone investito
Se un guidatore investe un pedone fuori dalle strisce pedonali, in Italia la legge attribuisce al conducente una parte di responsabilità per l’accaduto poiché l’attraversamento della strada da parte di un pedone non può essere considerato un evento imprevedibile, anche al di fuori delle strisce pedonali.
Quando si effettua una manovra in retromarcia, è fondamentale prestare massima attenzione per garantire la sicurezza di eventuali utenti deboli presenti nell’area circostante. Il conducente dovrebbe procedere con cautela, senza brusche accelerazioni o frenate, e mantenere il controllo totale dello spazio dietro al veicolo.
Nel caso in cui la visibilità posteriore sia limitata, il guidatore ha l’obbligo di effettuare la manovra in sicurezza, cercando l’aiuto di altre persone per evitare eventuali ostacoli o pedoni presenti. In tali situazioni, se possibile, sarebbe preferibile evitare la manovra in retromarcia.